Tommaso Ferroni, uno dei principali artefici ed organizzatori del primo convegno di osteopatia in ambito ospedaliero in Italia che si svolgerà a Firenze da domani fino a sabato 11 giugno, racconta come è nata la sua vocazione per la professione. L’osteopatia infatti permette nuovi stimolanti percorsi di cura, con possibili sinergie e collaborazioni con tutti gli altri rami del servizio sanitario nazionale.
Laureato in fisioterapia e scienze motorie, Tommaso Ferroni ha sempre cercato di affiancare i suoi pazienti nel modo più empatico possibile. Desiderio che l’ha spinto a riprendere gli studi con un percorso di 6 anni in osteopatia, e successivamente altri 3 di osteopatia pediatrica e 3 di osteopatia biodinamica. “Nella mia pratica quotidiana, prima del mio percorso osteopatico, sentivo che mancava qualcosa. Mi rendevo conto che non mi bastava osservare una patologia quando questa si manifestava, sentivo il bisogno di potenziare le risorse dei miei pazienti. Ed è questo che mi ha totalmente coinvolto nell’osteopatia, poiché permette di dare un sostegno alla salute complementare a tutte le professioni mediche.”
Tale approccio viene oggi insegnato in varie scuole in Italia, tra cui la SIOP – Scuola Italiana di Osteopatia Pediatrica a Firenze e la SOMA – Istituto Osteopatia di Milano, sotto la guida dell’osteopata Andrea Manzotti. Tra l’incontro di queste due realtà è nato il primo congresso in Italia che riunisce le esperienze di collaborazione tra gli osteopati e le varie strutture ospedaliere. Dal 9 all’11 giugno presso l’ospedale Meyer di Firenze si incontreranno specialisti di fama internazionale per narrare la loro esperienza con la pratica osteopatica. Tra i relatori spiccano Ernesto Burgio, Presidente del Comitato Scientifico di ISDE (International Society of Doctors for Environment); Alfredo Boccacino, Direttore Sanitario e Scientifico dell’Istituto Pio XII per diagnosi, cura e riabilitazione dell’Asma Infantile; Fabrizio Ferrari, Dottore in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Modena e Reggio Emilia; Gianluca Lista Direttore S.C. di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale presso l’Ospedale dei Bambini “Buzzi” a Milano, nonché molti specialisti dello stesso ospedale Meyer.
Un tema estremamente attuale, anche per via del disegno di legge in atto per dare una precisa connotazione alla professione al interno del sistema sanitario nazionale, dando dignità alla formazione osteopatica. “Diventando una figura certificata avremo modo di creare sinergie sempre più articolate all’interno del sistema sanitario nazionale” spiega Ferroni “L’osteopatia può diventare complementare a tutte le professioni mediche, andando a sostenere la capacità di autoregolarsi di tutti i pazienti, ricercando con loro le risorse intrinseche ogni essere umano. L’osteopata pone infatti l’attenzione sui meccanismi di regolazione del sistema nervoso autonomo, concentrandosi sul paziente al di là della sua possibile patologia, ma con un sostegno e un riequilibrio del suo intero organismo.”
by A. Genitori
Fonte: Surgical Tribune