Su Il Fatto Quotidiano l’intervista a Tommaso Ferroni

Su Il fatto quotidiano l’intervista a Tommaso Ferroni, direttore di SIOP, per parlare del ruolo dell’Osteopatia Pediatrica presso l’AOU Meyer di Firenze, ospedale dove Ferroni e il suo staff lavorano da molti anni a stretto contatto con i vari dipartimenti,  in particolare quello di neurochirurgia.

L’articolo completo, riportato di seguito, può essere letto a questo link: Il Fatto Quotidiano – Intervista a DO Tommaso Ferroni su osteopatia al Meyer 

(https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/08/05/osteopatia-pediatrica-tommaso-ferroni-del-mayer-di-firenze-sempre-piu-genitori-si-rivolgono-a-noi-dopo-il-parto-ecco-tutti-i-benefici-per-neonati-e-bambini/6281047/)

Osteopatia pediatrica, Tommaso Ferroni del Mayer di Firenze: “Sempre più genitori si rivolgono a noi dopo il parto, ecco tutti i benefici per neonati e bambini”
di Ennio Battista, 5 agosto 2021

Nell’ospedale fiorentino, un’eccellenza nel nostro panorama sanitario italiano, gli osteopati specializzati sono a stretto contatto con i vari dipartimenti, in particolare quello di neurochirurgia.

C’è una terapia manuale sempre più richiesta dagli italiani e proposta, caso unico in Italia, da un ospedale pubblico pediatrico. È l’osteopatia pediatrica. L’ospedale è il Meyer di Firenze. Tutto iniziò circa 13 anni fa, quando l’osteopata Tommaso Ferroni andò a presentarsi all’allora Direttore del Dipartimento di Neuroscienze dottor Lorenzo Genitori, proponendogli una collaborazione per le problematiche relative alle deformità craniche posturali dei bambini. Da allora il cammino è stato un susseguirsi di impegni crescenti al sostegno della salute di tutti i bambini ricoverati, dapprima nell’Unità Operativa di Neurochirurgia, poi in tutti gli altri ambiti dell’ospedale pediatrico.

I primi dati rilevati dal 2009 al 2011 mostrarono risultati molto incoraggianti nella valutazione dei dati: dolore percepito, tempi di degenza e riduzione del carico farmacologico. Questi dati resero possibile che si avverasse un sogno: nel dicembre 2011 fu inaugurato il primo, e ancora unico in Italia, Ambulatorio di Osteopatia in regime di convenzione.

Nel 2015 Ferroni e il suo gruppo hanno avviato percorsi didattici per formare osteopati che abbiano come obiettivo lavorare al sostegno della salute dei bambini. In questo periodo sono stati condotti tre progetti di ricerca: “valutazione del dolore, tempi di degenza e carico farmacologico nei bambini di pertinenza neurochirugica”, “impatto del trattamento manipolativo osteopatico nei pazienti affetti da Talassemia Major”, “valutazione su dolore percepito e questionario sulla qualità della vita in bambini operati di appendicectomia”. A Tommaso Ferroni abbiamo rivolto alcune domande su questa interessante prospettiva terapeutica.

Ferroni, che cos’è l’osteopatia?

“È una professione sanitaria incentrata sulla Salute delle persone, basata su un approccio integrato e complementare alla medicina tradizionale. L’osteopata, grazie a tecniche specifiche, stimola il sistema fisiologico di autoregolazione, affinché i sistemi (circolatorio, respiratorio, neurologico, fasciale, muscolo-scheletrico), funzionino al meglio della loro potenzialità, regolando così il normale funzionamento dell’organismo”.

Quando è stata riconosciuta come disciplina in Italia?

“Dopo un faticoso iter burocratico, l’osteopatia è stata riconosciuta nel nostro Paese come professione sanitaria il 24 giugno 2021”.

Nel 2011 è stato inaugurato il primo e unico Ambulatorio di Osteopatia Pediatrica in Italia, in regime di convenzione, presso il Meyer

“Il progetto negli anni ha avuto molto successo ed è oggi una realtà consolidata che vanta numeri importanti, i pazienti totali trattati hanno superato il migliaio con oltre 5000 trattamenti eseguiti ed è andato avanti anche in tempo di Covid con tutte le misure di sicurezza. L’ambulatorio è aperto a tutti i bambini e ragazzi fino a 18 anni, residenti nella Regione Toscana, non necessariamente ricoverati, per i quali non è obbligatorio, come per tutte le Medicine Complementari in Toscana, che sussista una prescrizione medica. È sufficiente contattare il CUP del Meyer e richiedere una prestazione di “visita osteopatica”.

Perché l’osteopatia viene utilizzata in pazienti neonati e bambini?

“Sempre più genitori si rivolgono a noi per alleviare le tensioni meccaniche emerse prima e durante il parto. Sia in caso di parto naturale o cesareo è opportuno fare una valutazione e/o un trattamento osteopatico, già a partire dalle prime settimane di vita. Nel primo caso le deformità del cranio dovute alla posizione intrauterina (particolare attenzione ai parti gemellari) o all’atto dell’espulsione, possono non riassestarsi completamente. L’alterazione della mobilità delle ossa craniche, oltre alle caratteristiche di forma cranica, può determinare disfunzioni nel tempo sul sistema visivo, masticatorio e otorinolaringoiatrico”.

L’osteopatia può agire come approccio preventivo?

“Sì, per esempio nel neonato a termine, previene eventuali complicanze che possono ritardare un corretto sviluppo del corpo dovute a un travaglio eccessivamente lento o troppo veloce. Nel neonato prematuro, invece, l’osteopata sostiene e favorisce le funzioni legate all’apparato respiratorio, digerente, motorio e neurologico”.

In quali casi terapeutici intervenite in modo efficace?

“Il trattamento è indicato in molti ambiti. Nella difficoltà di suzione al seno materno, nelle plagiocefalie posizionali (si tratta di un’alterazione cranica acquisita che porta a una struttura asimmetrica della testa nel suo insieme), nelle coliche gassose, rigurgiti e reflussi frequenti, stipsi, disturbi del sonno, otiti frequenti, torcicollo congenito, deficit posturali, irritabilità”.

Quali problemi funzionali possono incontrare i bambini nell’età evolutiva?

“Per favorire le tappe evolutive, oltre ai casi già menzionati, sempre più genitori si rivolgono all’osteopata pediatrico in presenza di dolori osteoarticolari e muscolo tendinei tipici dell’accrescimento; nei deficit neurocoordinativi, difficoltà nell’apprendimento scolastico, squilibri posturali, deglutizione atipica, mal di pancia e mal di testa”.

Per svolgere un’attività di contatto con pazienti così piccoli, è evidente sia necessaria non solo una preparazione tecnica.

“Trattare i bambini con l’approccio osteopatico richiede competenze specifiche, profonde conoscenze in ambito medico scientifico, ma anche un gran lavoro su se stessi, basato su pratiche di centratura, di consapevolezza, di meditazione per entrare in risonanza con i bambini e le loro famiglie”.