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Pronta La Missione Dell’Associazione Kairos Osteopatia E Medicine Integrate Per Il Trattamento Osteopatico Ai Bambini Ricoverati Nel Reparto Di Oncologia Pediatrica Dell’Ospedale Di Pristina

Dalla Toscana a Pristina per i trattamenti osteopatici ai bambini che soffrono di leucemie e tumori Dopo anni di lavoro, comunicazioni e progetti, la mission in Kosovo sta per partire ufficialmente, con l’arrivo a Pristina del dottor Tommaso Ferroni, osteopata pediatrico Presidente dell’Associazione Kairos Osteopatia e Medicine Integrate con sede a Lido di Camaiore, insieme ad un team di medici e ai rappresentanti dell’Associazione Nicola Ciardelli Odv e Ets di Pisa, la Fondazione Cure2children di Firenze e l’Associazione Stefano Bellaveglia onlus di Siena. Il progetto dedicato alla cura dei bambini kosovari è attivo già dal 2007 con la spedizione dei primi farmaci e successivamente la somministrazione, direttamente in Kosovo, della terapia salvavita ai primi bambini affetti da patologie oncologiche. Ad oggi sono circa 700 i piccoli pazienti registrati presso il reparto di onco-ematologia pediatrica dell’Ospedale di Pristina e durante la missione che si svolgerà dal 6 al 9 febbraio verranno installati, per la prima volta in un ospedale pubblico del Kosovo, i primi 3 port pediatrici. Il port è un accesso venoso centrale a lungo termine che può essere utilizzato per fare iniezioni o infusioni endovenose senza la necessità di cercare la vena ogni volta, con il rischio di danneggiarla. Due dottori kosovari sono venuti a Pisa ad aprile 2022 per partecipare ad una importante attività di formazione presso i reparti di onco-ematologia pediatrica e di anestesia e terapia del dolore dell’Azienda ospedaliera pisana, relativa all’installazione di cateteri venosi pediatrici (pic e port). La prossima settimana, durante la missione, la dott.ssa Lara Tollapi dell’AUOP di Pisa farà il primo intervento di inserimento del port presso la sala operatoria dell’ospedale di Pristina, insieme al dott. Petri Gjaka e al Dott. Enver Hasi, che poi potranno continuare il lavoro con gli altri bambini. Durante la missione in Kosovo verranno messe le basi anche per il progetto di osteopatia pediatrica presso l’ospedale di Pristina, diretto dal dottor Tommaso Ferroni, osteopata pediatrico che da 15 anni collabora con l’AOU Meyer di Firenze, dove nel 2011 ha creato il primo e ancora unico Ambulatorio di Osteopatia in regime di convenzione con la Regione Toscana. Il dottor Ferroni, Presidente dell’Associazione Kairos Osteopatia e Medicine Integrate con sede a Lido di Camaiore, lavora da anni al progetto di collaborazione con i medici di Pristina per garantire un flusso costante di osteopati pediatrici italiani per trattare i bambini ricoverati nel reparto di onco-ematologia pediatrica. Gli osteopati facenti parte del progetto sono formati presso la Scuola Italiana di Osteopatia Pediatrica per garantire un’alta qualità professionale in ambito ospedaliero. Il progetto nasce dallo studio effettuato presso l’AOU Meyer e pubblicato presso Toscana Medica, dedicato all’efficacia del trattamento manipolativo osteopatico nei bambini pre e post operazione chirurgica, che ha portato a risultati molto positivi riguardanti la diminuzione del dolore, la diminuzione del carico farmacologico, la diminuzione del tempo di degenza ospedaliera e del tempo di recupero di una buona qualità della vita. Dati gli ottimi risultati dello studio presso l’AOU Meyer, il progetto Kosovo ha l’obiettivo di mettersi a disposizione per sostenere la salute dei pazienti pediatrici ricoverati, attraverso trattamenti osteopatici che verranno effettuati grazie agli osteopati dell’associazione Kairos, che potranno andare in Kosovo a cadenza costante. Oltre alla presenza degli osteopati italiani, il progetto prevede la formazione dei professionisti locali in modo da renderli autonomi negli anni futuri. Durante la permanenza in Kosovo, il dottor Ferroni, insieme all’equipe toscana presente, verrà accolto al Quartier Generale della KFOR, il Comando NATO Kosovo Force, direttamente dal Comandante Michele Ristuccia. La KFor segue da anni le iniziative che vengono attivate in Kosovo dal team di associazioni toscane ed è a disposizione per tutta la durata della missione. Sarà possibile seguire la missione “live” tramite i social dell’associazione Kairos Osteopatia in modo da dare aggiornamenti costanti sull’andamento delle attività.

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Su TerraNuova Di Gennaio Lo Speciale sulla clinica di neuropsichiatria infantile “Kairospecial”

La casa editrice Terranuova, nella sua omonima rivista mensile, ha dedicato un intero special al progetto Kairospecial nel mese di gennaio 2023! La rivista Terranuova è un mensile dedicato all’ecologia e al vivere bio. Come troviamo scritto direttamente sul sito offre le soluzioni più aggiornate e concrete per coniugare ecologia e benessere, promuovendo una cultura della condivisione e della convivialità. In queste parole ci ritroviamo molto come associazione Kairos Osteopatia e Medicine Integrate e in particolare con il progetto Kairospecial, volto proprio a sostenere la salute dei bambini con disturbi neuropsichiatrici , aiutando le famiglie con piccole “goccioline di bene” ogni mese in ogni sede. L’articolo è stato scritta dalla giornalista Giuditta Pellegrini che ringraziamo per la collaborazione e il grande interesse. Giuditta ha intervistato direttamente alcuni osteopati pediatrici di diverse sedi, da Lido di Camaiore a Bologna, fino a Roma, ed è venuta in sede per conoscere il progetto più da vicino. La rivista Terranuova si trova nelle edicole di tutta Italia ed anche in un circuito di oltre 1300 punti vendita tra negozi di alimenti bio, botteghe del mondo, centri per la pratica delle discipline naturali, librerie, ristoranti bio, bioagriturismi e associazioni. VEDI ARTICOLO COMPLETO

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Un nuovo programma per il triennio 2020-2023

Tempo di lettura: 3 minuti | Giunta alla settima edizione, la Scuola Italiana di Osteopatica Pediatrica è lieta di annunciare il suo nuovo programma di studio che vede un ricco aggiornamento: da sempre attenta a voler fornire il meglio per i propri studenti, la SIOP da anni prepara una offerta didattica all’avanguardia grazie alla presenza di docenti professionisti dell’AOU Meyer di Firenze, affiancati da conclamati professori, medici e osteopati provenienti da tutta Italia. Una offerta che si rinnova per questo nuovo triennio 2020-2023 con importanti novità: “Si tratta del sesto triennio della Scuola, che vedrà l’aggiunta di nuovi docenti” ha voluto sottolineare il Direttore della Scuola, l’osteopata Tommaso Ferroni “Il percorso di studio prende in esame con grande attenzione il periodo primale e tutto il periodo pediatrico dal neonato all’adolescente. Dalla visione medica attraverso la ginecologia e ostetricia, a quelle psicologiche e relazionali, con il fine di dare gli strumenti agli allievi per essere davvero in grado, alla fine del triennio, di prendere in carico il paziente pediatrico. Questa affermazione è sostenuta dal fatto che durante il triennio creiamo percorsi che permettono di conoscere tutte le patologie pediatriche grazie all’esperienza di medici e chirurghi che da anni lavorano nei maggiori centri italiani e stranieri, tra cui l’Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer di Firenze. Questo permette agli osteopati di poter sostenere la salute dei giovani pazienti con la consapevolezza della patologia, una conoscenza unica per poter trattare in ambito pediatrico. Un’altra offerta che rimane centrale per il nuovo triennio è quella che riguarda l’epigenetica, ossia le influenze dell’ambiente esterno sul patrimonio genetico dei bambini. Questo grazie ad esperti mondiali che arricchiscono in ogni loro lezione le nostro conoscenze osteopatica. “Professionisti come la dott.ssa Mieli, il dott. Burgio, il dott. Castagnini sono un vanto per la nostra scuola” ha voluto sottolineare Tommaso Ferroni “Senza dimenticare tutti i professionisti che giorno dopo giorno condividono con noi la loro esperienza. Mi preme inoltre sottolineare l’attenzione data all’embriologia biodinamica: si tratta di un tema corposo che la SIOP ha concentrato nei tre anni di studio, permettendo agli studenti di avere alla fine del triennio una profonda conoscenza delle materia”. Oltre alla teoria, la scuola pone grande importanza alla parte pratica. Grazie alla presenza del prof. Lorenzo Genitori, gli studenti hanno la possibilità unica di poter accedere, in alcuni casi, alla sala operatoria, acquisendo  una conoscenza unica di quelle che sono le dinamiche che possono incontrare nel trattamento di un paziente prima e dopo un momento delicato come un’operazione chirurgica. “Le problematiche della pediatria generale vengono tratte a 360°, con una parte di teoria e una di pratica direttamente in ambulatorio, in ospedale ed in sala operatoria” spiega il prof. Lorenzo Genitori “Poter vedere quali sono le strutture aggredite, osservare la reale consistenza dei tessuti, avere la consapevolezza dei movimenti chirurgici, sono aspetti che permettono agli osteopati formati nella scuola di poter preparare al meglio il giovane paziente all’operazione e successivamente di poter sostenere la loro salute per una migliore ripresa. Voglio a tal punto ricordare i recenti studi fatti proprio presso l’ospedale Meyer sulla riduzione dei farmaci contro il dolore avuti dai bambini trattati, con una casistica che verrà rilasciata nel 2020 con oltre 1800 bambini trattati. Questo ha portato gli osteopati assunti dall’ospedale Meyer, nonché tutor e professori della scuola, di poter trattare i pazienti anche durante le operazione chirurgiche.” Triennio 2020-2023 1anno  Triennio 2020-2023 2anno Triennio 2020-2023 3anno Leggi tutte le informazioni sul nuvo triennio proposto dalla Scuola Italiana di Osteopatia Pediatrica SIOP cliccando qui.

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L’osteopatia abbraccia la psicologia: la SIOP presenta la dott.ssa Giuliana Mieli

Tempo di lettura: 5 minuti La Scuola Italiana di osteopatia pediatrica ha l’onore di avere nel suo corpo docenti alcuni esperti nei loro rispettivi campi di studio. Tra questi, è per noi un piacere presentare la dott.ssa Giuliana Mieli, filosofa e psicoterapeuta: “Avere una doppia laurea in filosofia e psicoterapia è un iter che un tempo era comune ma che oggi è molto raro” ha voluto sottolineare la dott.ssa Mieli “Io ho scelto di proseguire i miei studi in psicologia proprio per rispondere alle domande senza risposta emerse durante gli anni in cui studiavo filosofia. Ho così potuto capire che i due mondi sono uno la continuità dell’altro. La filosofia occidentale si è poco occupata del mondo della donna, per esempio  la nascita, l’inizio della vita emotiva: questo è un aspetto fondamentale della vita umana che incredibilmente non ha mai riguardato il nostro pensiero filosofico, e questo per me resta un vuoto enorme”. La dott.ssa Mieli, dopo gli studi, ha iniziato un importante lavoro nei primi Centri di Salute Mentale sorti negli anni settanta, precedenti alla famosa ‘legge Basaglia’ con la chiusura dei grandi manicomi. “Negli anni ’70 l’Italia era attraversata da un pensiero rivoluzionario riguardo la sofferenza psichica; per me fu un periodo importante, lavorai sul campo per anni e mi appassionai alle nuove realtà che erano sorte dopo la chiusura dei manicomi.” racconta la dott.ssa. Successivamente le sue ricerche poterono estendersi grazie alla collaborazione con il primario dell’Ospedale S. Gerardo di Monza: “Grazie al professore Mangioni, il primario del reparto di maternità, ho potuto riprendere la mia professione dopo la maternità con degli orari concordati che mi hanno permesso di dare il mio contributo per 30 anni al lavoro dell’ostetricia, mischiandomi con il personale medico, ostetrico e infermieristico, i corsi preparto, creando una “filosofia psicologica” di preparazione al parto che ha ancora un seguito importante”. Esperienze che l’hanno portata in Italia e all’estero a fare cicli di conferenze, a pubblicare libri, e che oggi la rendono una delle guide del nostro corpo docenti, amata dagli studenti SIOP per il suo modo di esporre il suo pensiero ancora rivoluzionario. “Durante le lezioni SIOP faccio prima di tutto un’introduzione prettamente filosofica, facendo notare il vuoto del pensiero filosofico su certi aspetti relativi alla vita e alla sua evoluzione” ha spiegato la dott.ssa “La psicologia è arrivata molto tardi nella storia delle scienze, ed è arrivata come cura della patologia, non come studio della fisiologia affettiva. Davanti ad un paziente dovremmo creare un campo affettivo molto simile alla relazione genitore bambino: solo questo garantisce il rispetto della situazione emozionale. Si tratta del bisogno di potersi fidare di un adulto, che può prendere in cura ed alleviare il momento di difficoltà che si sta vivendo: il rapporto medico-paziente significa che esiste “un altro che lavora con me”, con un fine comune, partecipa alle mie difficoltà per potermi curare. Ogni persona è in grado di riconoscere nella persona che lo cura la presenza o meno di un campo affettivo sano a cui ci si può affidare. Temi che ho subito notato essere accolti e recepiti dai ragazzi e dalle ragazze della Scuola di Osteopatia Pediatrica SIOP.” La visione, per certi versi unica proposta dalla dott.ssa Mieli, ha origini lontane e regala durante le lezioni momenti di storia e analisi dell’evoluzione della medicina moderna: “Nella psicoanalisi inglese post bellica, c’è stata una vera rivoluzione: non si parla più di impulsi ma di relazioni e della loro importanza nel rapporto tra l’uomo e l’ambiente che lo circonda” ha spiegato la dott.ssa “Il paradigma Freudiano meccanico di tensione e caduta delle tensione, con al centro la sessualità, si dissolve di fronte alla cura dei bambini orfani, ricoverati in ambiente adeguati, ma prede di epidemie finché non accolti in un campo affettivo di cura, capace di attivare adeguatamente il sistema immunitario. Da qui si è potuto costruire la teoria che si basa sulla lenta separazione madre/bambino e sul bisogno di costruire, durante i primi anni di vita, una base fisica ed emotiva, che fornisce al bambino quello che viene chiamato un “attaccamento sicuro”. L’epigenetica sottolinea l’importanza dell’ambiente in cui cresciamo, che non è solo ambiente fisico, ma anche, soprattutto, quello relazionale. Anche nella vita adulta, l’importanza di sentirsi in un ambiente rispettoso, dove c’è uno scambio di competenze, non è un ideale da raggiungere, ma un bisogno”. “Nella società occidentale moderna, il folle neoliberismo in cui siamo caduti, rischia di portarci fuori dalla natura” ha poi sottolineato la dott.ssa Mieli “Ci propone una modalità di relazione competitiva, individualista, che creare un ambiente non accogliente, dove l’uomo non può essere sereno emotivamente. Stress, fretta sono campanelli di allarme di un ambiente emotivo che si va via via, deteriorando. I paesi più saldamente neoliberisti sono chiaramente percorsi da una crisi interna sociale e mentale. Il discorso ecologico va esteso al mondo delle relazioni: se non freniamo questo feroce individualismo – del tutto contro natura – le conseguenze saranno catastrofiche quanto quelle del cambiamento climatico”. Temi che diventano di fondamentale importanza per quello che riguarda il rapporto medico paziente: per poter essere sereno, l’operatore sanitario deve sapersi mettere in relazione, dando un senso di tranquillità e serenità. L’unico mezzo è sapersi identificare con il bisogno dell’altro, senza guardarlo semplicemente da fuori. “È il contrario di quello che insegnano le scuole di medicina con la pratica del non coinvolgimento” sottolinea la dott.ssa “Bisogno sapersi coinvolgere, senza andare a pezzi ovviamente, e mettere a disposizione la propria parte adulta, razionale: il medico deve essere buono medico di sé stesso per poter essere medico di un altro. Bisogna imparare ad ascoltarsi, per poi trovare i modi per accompagnare nel percorso di cura. Tutti gli operatori sanitari, per poter curare, devono poter ascoltare, sia il paziente che loro stessi: questo è il femminile che è dentro ognuno di noi. Come si può chiedere di essere empatici, accoglienti ed entrare in sintonia, con una razionalizzazione disumana dei rapporti di cura e con  turni massacranti?” “Straordinariamente, gli allievi della SIOP, sono le persone più aperte nel mettere

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Un Congresso in nome dell’accoglienza

Il congresso dal titolo “Accoglienza e supporto: quando le parole possono curare” è stato organizzato per i 5 anni di attività di “Casaurora”, struttura pensata per le famiglie che devono allontanarsi da casa propria per stare accanto a un caro ricoverato nel polo ospedaliero fiorentino fornendo un supporto logistico e assistenziale, con una mission ben precisa: l’accoglienza. Il tema del congresso ha attirato molti partecipanti e ha visto l’intervento di figure politiche, istituzionali, associazioni e figure sanitarie coinvolte nell’esperienza pratica e quotidiana di questi aspetti. Fra i relatori invitati a portare la propria esperienza si annoverano anche il nostro direttore della Scuola Italiana di Osteopatia Pediatrica, Tommaso Ferroni e l’osteopata e Tutor SIOP Florinda Fracchiolla, entrambi impegnati a portare il contributo osteopatico nella cura dei bambini ricoverati presso l’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze. L’intervento osteopatico ha introdotto il concetto di contatto nella relazione terapeutica, a completamento ed in stretta connessione, con gli interventi degli altri relatori. Con alla base una idea di percorso terapeutico e sostegno alla salute con caratteri altamente specialistici ed individualizzati, improntati sulla qualità del percorso di cura del bambino e della propria famiglia. I concetti che in un fluire hanno caratterizzato questo incontro, sono stati quelli di una maggiore consapevolezza dei bisogni della persona, in una visione globale: mente, corpo, spirito. Con la parallela necessità di una presa in carico di una multidisciplinarietà verso obbiettivi sempre maggiori nella ricerca dei miglior standard qualitativi.

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L’osteopatia sempre più al servizio dei pazienti al Meyer: sinergie con l’urologia

La collaborazione tra osteopatia e le varie specialità dell’ospedale AOU Meyer di Firenze è consolidato da anni e all’interno di esse vi è quella in ambito urogenitale. L’osteopatia oggi al Meyer è presente con quattro osteopati sotto contratto e cinque tirocinanti, i quali settimanalmente si muovono nei vari reparti e trattano i giovani pazienti. Il rinomato ospedale pediatrico fiorentino, centro di eccellenza con una casistica di operazioni tra le più importanti d’Europa, è anche il primo e tuttora unico in Italia con un ambulatorio di osteopatia convenzionato. Tra queste sinergie vi è quella tra il dott. Antonio Elia, che ha diretto per anni il centro di urologia dell’ospedale, e l’osteopata Mattia Cervato, tutor e docente della Scuola Italiana di Osteopatia Pediatrica –  SIOP. Il dott. Elia, scoprendo il ruolo degli osteopati all’interno dell’ospedale, ha potuto constatare l’utilità del sostegno osteopatico alla salute dei bambini di pertinenza urologica. “Il miglioramento dei pazienti è stato quasi immediato” spiega il dott. Elia “Sono stati gli stessi genitori a dirmi che i bambini si rilassavano a tal punto da addormentarsi grazie al trattamento degli osteopati” La sensazione che scaturisce nel corso del trattamento porta il sistema neurovegetativo a riequilibrarsi, portando ad un benessere che può anche portare ad una riduzione del dolore percepito e favorire un livello di rilassatezza che può portare il bambino ad addormentarsi.   I dati collocano l’ospedale Meyer come quello con la maggior casistica andrologica d’Italia e tra le maggiori per le patologie urologiche. La chirurgia pediatria, compresa quella urogenitale determina una alterazione nella qualità dei tessuti. Tale alterazione può manifestarsi con densità alterate, il sostegno osteopatico ha il compito di equilibrare tali densità. Questo lavoro ha un effetto benefico su tutto il campo famigliare. “Il dolore post chirurgico è un aspetto di primaria importanza e coinvolge la percezione del bambino e di tutta la famiglia” spiega Mattia Cervato “Il rapporto con il piccolo paziente è prioritario, ma è importante impostare fin da subito una relazione positiva con tutti i componenti della famiglia.”   Al Meyer oggi è abitudine vedere gli osteopati girare per i corridoi ed entrare nelle stanze con un sorriso. “I risultati ottenuti dagli osteopati sono sotto gli occhi di tutti” rimarca il dott. Elia “Sono convinto che questa consapevolezza dovrebbe essere trasmessa ai pediatri di famiglia. Presso la nostra struttura ci occupiamo delle malformazioni dell’apparato genitale in pediatria. Siamo un centro di eccellenza non solo per le patologie trattate ma anche per la gestione del dolore, con una collaborazione tra reparti che ci ha permesso di abbassare il dosaggio dei farmaci anti dolorifici. A questa realtà, la complementarietà con l’osteopatia è un altro passo avanti per il benessere dei pazienti”. La collaborazione tra osteopatia e chirurgia che si sviluppa anche con collaborazioni in sala operatoria: “Grazie alla disponibilità del dott. Elia, personalmente, ho compreso molto della tecnica chirurgica effettuata, permettendomi di poter adeguare il trattamento al tipo di operazione svolta” spiega Cervato.

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